KINETICS AND TACTILITY FOR A DANCING RESEARCH

Abstract

Abstract

Art and its sense-motion sphere, that finds a home in the ‘embodied education’ research group, constitute the environment in which the pedagogical takes shape – where pedagogical refers to the nature of the transformative processes of the ‘living’ (Dewey, 1934). Art is mobile space for the ‘living’ and its generative and situated autopoietic process (Maturana-Varela, 1980), from which knowledge and cognition emerge in the form of action/gesture and work (Arendt, 1956).

Reclaiming the phenomenological perspective and, in particular, Nancy’s (2010) notion of theatre-body and Berthoz’s (1997) motion theory of perception, we present some aspects of a work related to the design of a Formantspace called “TheatrumOpera”. Two groups – high-school students and kindergarten teachers – are involved in a process experiencing embodied methodology as a performative practice from which to design intercode spaces (Carpenzano-D’Ambrosio-Latour, 2016) for education.

The two working groups and their traces of works are presented into a performative research making them part of a discourse that brings onto the shared intercode trajectory of a cognitive/embodied and transFormative processes. This trajectory reinterprets body and space outside the category of language and expression as it needs to reclaim the political horizon of body and space from whose mutual generativity the life of a new community form in movement emerges.

Key words

Abstract

L’Arte e la sua sfera senso-motoria che trova casa nel gruppo di ricerca ‘embodied education’, costituiscono l’ambiente in cui prende corpo il pedagogico – dove per pedagogico si intende la natura dei processi trasformativi del ‘vivente’ (Dewey, 1934). L’Arte è spazio mobile: è danza che crea (Ceruti, 1989), per il ‘vivente’ e il suo processo generativo e situato di natura autopoietica (Maturana-Varela, 1980) da cui emerge conoscenza e cognizione in forma di azione/gesto e opera (Arendt, 1956).

Recuperando la prospettiva fenomenologica e in particolare la nozione di corpo teatro di Nancy (2010) e la teoria motoria della percezione di Berthoz (1997), presentiamo alcune tracce di un lavoro relativo alla progettazione/produzione di un’ipotesi di spazioFormante denominato TheatrumOpera.

Due gruppi di lavoro– alunni di un Liceo e maestre della scuola dell’infanzia – sono coinvolti in un percorso per sperimentare la metodologia embodied, come pratica performativa da cui far emergere la progettazione di spazi intercodice per la formazione.

I due gruppi sono presentati, attraverso alcune tracce del loro lavoro, all’interno di una ricerca performativa attraversata da traiettorie intercodice, che si interseca in un processo trasFormativo di natura cognitiva/incarnata. Rileggendo corpo e spazio fuori dalla categoria del linguaggio e dell’espressione, recuperando l’orizzonte politico di corpo e spazio, si genera una nuova forma di vita comunitaria in movimento.