Corpi e spazi nella Didattica Digitale: Quale danza in un gioco di specchi? Suggestioni per una didattica dell’ubiquità

Abstract

Costruire un setting che tenga conto della dimensione corporea significa osservare lo spazio, l’ambiente di apprendimento nella sua dimensione fisica e architettonica e quanto sia possibile in esso sperimentarsi, muoversi, stare insieme, stare da soli o in gruppo. Nel contesto didattico attuale il tema degli spazi educativi è centrale: siamo di fronte a quella che alcuni chiamano “svolta spaziale” (Santoianni, 2017). Educare il corpo a esprimere tutte le sue potenzialità significa educare ad essere nei contesti in modo dinamico e flessibile, non condurre i bambini a esperienze completamente destrutturate, né controllarli in modo troppo direttivo, seguendo astrattamente una pianificazione centrata sul traguardo da raggiungere, piuttosto che sulle persone coinvolte.La conoscenza viene acquisita e sviluppata dall’organismo come un sentire che è prodotto dal corpo-in-azione: un sentimento del corpo mentre agisce nel mondo (Damasio, 2000). Pertanto, diventa necessario l’adeguamento dei metodi didattici ad una formazione che sia in linea con percorsi laboratoriali di sviluppo della corporeità (Palumbo, 2015), oggi mortificata dalle lontananze e dai contatti fisici rarefatti.  La DaD imposta dal nuovo scenario, dunque, richiede di modificare le pratiche di apprendimento in modo che più che una formazione, esse attuino una trasformazione, attraverso le attività esperienziali, attraverso il corpo come strumento di comunicazione con un mondo in continua evoluzione.