Bisogna innanzitutto essere corpo. La proposta della pedagogia del corpo per la formazione dell’educatore

Ivano Giuseppe Gamelli

Abstract


Il dato essenziale dell’esperienza del bambino, che orienta il suo imprescindibile modo d’essere, di abitare e conoscere il mondo è il suo corpo. Agendo con le sue azioni e i suoi sensi sugli oggetti della realtà, egli rintraccia i significati, strutturandoli in schemi e infine in concetti. Una didattica capace di dare corpo al sapere, di incontrare la disponibilità ad apprendere del bambino a livello della sua sensibilità più autentica continua in molti casi a essere limitata a poche ore di pratica motoria e sportiva delegate a uno specialista. Sicuramente tutto ciò merita un’attenta riflessione e un potenziamento della sua presenza. Ma l’opportunità data ai bambini di vivere l’apprendimento in maniera globale passa inevitabilmente anche dalla disponibilità dell’insegnante a mettersi in gioco, a coltivare un proprio sguardo e una sensibilità motoria sui processi di cui è facilitatore. A trovare innanzitutto il proprio benessere corporeo per poter promuovere quello dei bambini. Il presente saggio riflette su queste condizioni, proponendo la pedagogia del corpo come cornice teorico-operativa cui attingere per liberare risorse e opportunità. 


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DOI: https://doi.org/10.32043/gsd.v3i4.148

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